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Nel mondo dell’ingegneria del software, la resilienza non è più un optional. Applicazioni sempre più distribuite, architetture a microservizi e infrastrutture cloud dinamiche rendono inevitabile un fatto semplice: i guasti accadono.
La domanda è: vogliamo scoprirli durante un incidente reale o in un ambiente controllato?
Da questa filosofia nasce il Chaos Engineering, una disciplina moderna che ha rivoluzionato il modo in cui progettiamo, testiamo e gestiamo sistemi complessi.
🤔 Che cos’è il Chaos Engineering?
Il Chaos Engineering è la pratica di introdurre intenzionalmente errori, comportamenti anomali o guasti in un sistema per verificarne la capacità di resistere, adattarsi e recuperare.
L’obiettivo non è “rompere per il gusto di rompere”, ma identificare punti deboli prima che lo facciano gli utenti finali.
“Se qualcosa può andare storto, allora andrà storto. Quindi meglio farlo accadere quando siamo pronti.”
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🎗️ Le origini: da Netflix al resto del mondo
Il Chaos Engineering è diventato popolare grazie a Netflix, che nel 2011 introdusse Chaos Monkey, uno strumento in grado di spegnere casualmente istanze dei server in esecuzione.
Il successo fu tale che l’azienda ampliò l’idea creando il celebre Simian Army, una suite di strumenti in grado di simulare guasti di rete, malfunzionamenti dei servizi e persino la caduta di interi datacenter.
Oggi, la pratica è adottata da aziende come Amazon, Google, Uber, LinkedIn e molte altre.
⚗️ Esempi di esperimenti di Chaos Engineering
- Spegnere un microservizio critico per verificare il comportamento del sistema.
- Simulare ritardi di rete per scoprire i timeout non ottimizzati.
- Limitare la CPU o memoria per testare la reazione dei container.
- Indurre errori nelle chiamate API per testare circuit breaker e meccanismi di fallback.
- Simulare la perdita di un’intera zona cloud (es. AWS).
Questi test rivelano problemi invisibili con i test tradizionali: dipendenze non dichiarate, logiche di failover inadeguate, configurazioni errate dei sistemi di resilienza.
🧪 Esempi tecnici avanzati di chaos engineering
1. Fault injection su microservizi (HTTP errors)
Esempi:
- Indurre errori 500 nel 20% delle richieste.
- Aumentare la latenza di 500–1500 ms su una rotta API.
- Far cadere completamente le risposte per 30 secondi.
Obiettivo: testare circuit breaker, retry e resilienza del servizio chiamante.
2. Resource starvation nei container Kubernetes
Esempi:
- Limitare CPU a 50m.
- Ridurre memoria a 64Mi per osservare possibili OOMKill.
- Creare competizione per l’I/O disco.
Obiettivo: identificare memory leak, thread starvation o autoscaling inefficiente.
3. Network partitioning e pacchetti persi
Esempi:
- Perdita del 10% dei pacchetti.
- Isolamento di un nodo Kubernetes.
- Aggiunta di 120ms di latenza su un canale TCP.
Obiettivo: verificare il comportamento del sistema su reti degradate.
4. Kill mirato di istanze critiche
Esempi:
- Terminare le istanze del servizio più trafficato.
- Spegnere un’Availability Zone specifica.
- Rimuovere nodi da un cluster database.
Obiettivo: misurare realmente tempi di failover e resilienza dell’infrastruttura.
5. Esperimenti su database
Esempi:
- Rallentamenti artificiali nelle query.
- Simulare lock persistenti sulle tabelle.
- Congelamento di snapshot su volumi EBS.
Obiettivo: testare backpressure, timeout e impatti sui servizi dipendenti.
6. Esperimenti end-to-end (Failure Injection Testing)
Esempi:
- Caduta totale di una zona AWS.
- Interruzione del DNS interno.
- Blocco delle autenticazioni nel sistema zero-trust.
Obiettivo: verificare il comportamento dell’intero ecosistema in scenari catastrofici.
⛓️💥 Perché il Chaos Engineering è importante?
- Aumenta la resilienza del sistema individuando punti deboli nascosti.
- Migliora la cultura DevOps promuovendo cooperazione e prevenzione.
- Rende i sistemi più prevedibili sotto stress.
- Riduce i costi prevenendo incidenti gravi.
👨🔧 Strumenti popolari per il Chaos Engineering
- Chaos Monkey – l’originale di Netflix.
- Gremlin – piattaforma professionale con interfaccia intuitiva.
- Chaos Mesh – ideale per Kubernetes.
- LitmusChaos – open source, pensato per ambienti cloud-native.
- AWS Fault Injection Simulator – integrato nativamente per chi usa AWS.
🧭 Best practice per iniziare
Chi si avvicina al Chaos Engineering per la prima volta può seguire alcuni consigli utili:
-
Iniziare in piccolo: non si parte facendo cadere un intero datacenter.
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Eseguire gli esperimenti in ambienti controllati (come staging) prima di arrivare in produzione.
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Definire ipotesi chiare: ogni esperimento deve avere un obiettivo misurabile.
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Monitorare attentamente il sistema: observability è fondamentale.
-
Automatizzare: integrare gli esperimenti nei workflow DevOps.
🎯 Conclusione
Il Chaos Engineering rappresenta un cambio di paradigma: non si tratta più di evitare il caos, ma di abituare i sistemi a conviverci.
Nel mondo dell’informatica moderna, dove tutto è distribuito e interconnesso, questa disciplina si sta affermando come una delle pratiche più efficaci per garantire affidabilità e continuità dei servizi.
Chi investe nella resilienza oggi, si assicura meno sorprese domani.
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